Sa Panada sarda campidanese è un piatto unico, originario della Sardegna, nonchè del campidano. Il termine Panada sta ad indicare un grande recipiente fatto di pane. Si tratta di una pasta ripiena, pomodori secchi e patate e richiusa con un coperchio altrettanto fatto di pane.
ci sono due varianti, della Panada una è a base di anguille tuttavia la più conosciuta
ugualmente intesa come preparazione c’è la Panada di carne di agnello, preparata appunto allo stesso modo della panada dei anguilla ma con la sola sostituzione della carne
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questo piatto richiama comunque la tradizione e l’arte dal punto di vista del ricamo nel chiudere la pasta.
Ingredienti
Panada di agnello
Ripieno
carne di agnello ( preferibilmene la coscia)
patate
pomodoro secco
prezzemolo
cipolla
olio
Per la pasta
farina
semola
strutto
Infine ci sono le Panadine di verdure, sono molto piccole, perdi più chiuse interamente a mano, proprio come quelle più grandi come sopra citate, composte da verdure tra cui: carote, melanzane, zucchine, piselli, cipolla. In altre parole, qui ognuno è libero di farcirle come preferisce e in base ai gusti. Successivamente dopo averle spennellate di tuolo d’uovo o con del latte, si infornano a 120° per 30 min circa. Sono molto indicate per esempio, per aperitivi o antipasti in quanto sono dei veri e propri bocconcini.
La chiesa di San Raimondo Nonnato è un edificio religioso situato a Pula, centro abitato della Sardegna sud-orientale, costruita nel 1709 data iscritta nello stemma in pietra collocato nella facciata della stessa. La Chiesa di San Raimondo, di ridotte dimensioni, presenta all’interno: al centro della navata la Statua di San Raimondo vestito con i preziosi paramenti cardinalizi, mentre ai lati del santo troviamo: alla sinistra la statua lignea di Santa Margherita, sulla destra San Vincenzo Diacono. Il soffitto ligneo presenta decori floreali.
La reliquia
E’ presente al centro dell’altare un tempo ligneo, ora in marmo, una reliquia del Santo incastonata in una pietra d’ardesia. Mentre nel muro di una recinzione appartenente ai frati si presentava la famosa iscrizione fenicia “ La stele di Nora ” nel 1773 anno dal quale cominciò ad essere studiata.
Breve storia della Chiesa
Fu il convento e chiesa dei frati mercedari ,si può notare come dalla foto, sulla sinistra un edificio con una piccola porticina, quest’ultima pare fosse proprio l’ingresso del convento
che a sua volta aveva un’entrata secondaria che portava direttamente all’interno della Chiesa. ora ormai murata. La storia narra che appunto all’interno del convento ci fu pure un Ospedaletto dove infatti ospitavano gli schiavi ormai malati, li curavano e rieducavano alla religione Cristiana e mantenuti a vita. Per di più pure sepolti. Che a riguardo il cimitero all’epoca si trovava proprio dove ora è presente la strada che conduce a Nora, ma che ormai non è rimasto più nulla.
I Frati mercedari a Pula
Attraverso la lettura delle carte conservate nell’Archivio Storico di Cagliari, si evince che i Padri Mercedari coltivavano circa 10 ettari di terreno attorno alla Chiesa registrata ” Sant’ Arramundu” ovvero “San Raimondo” e aI convento. Altri 23 ettari risultano loro intestati al numero successivo di partita. Pare coltivassero dei bellissimi frutteti, diretti e lavorati da alcuni frati laici, fra i quali si ricorda Fra Domanico Aramu di Pirri. che impianto in dette terre, un bellissimo frutteto e divenne un modello di frutticoltura che procurava alla comunità ben 5000 lire l’anno di reddito. Padre Domenico, un uomo semplice ma dotato del genio della cultura, fu vittima dell’avversione degli altri monaci, venne mandato a Cagliari e lì morì per il dolore dalla lontananza dai suoi alberi. la proprietà dei frati della mercede, fu espropriata nel 1848 a seguito delle”Leggi Siccardi” cosidette dal guardasigilli Giuseppe Siccardi.
Ad oggi riaffiorano alcuni resti del vecchio convento, presumibilmente le basi di qualche pilastro che sorreggeva qualche tettoia
I beni espropriati
I beni ecclesiastici espropriati furono messi all’asta e acquistati, finendo in possesso di cittadini di Cagliari (Oristano) le tenute di proprietà dei frati furono acquistate dal Conte Nieddu. successivamente vi abitarono altre famiglie dove diedero vita a un bel ulivario
Rito civile durante la sagra era appunto su pinnioni ovvero l’albero della cuccagna in cui i partecipanti cercano di arrampicarsi e prendere i premi generalmente alimentari, posti in cima al palo, per rendere più difficile l’arrampicata il palo viene ricoperto di grasso ( “ollu de seu”
il parco delle storie
si trova a Pula “Parco delle Storie – Guventu”. “Rivalorizzare e riqualificare quest’area incolta di circa un ettaro con l’idea che possa fare da cerniera tra la zona di Nora e il nostro centro abitato. da custodire e preservare”, e per non dimenticare il tanto lavoro che fu creato da quel umile Padre Domenico.
La storia di San Raimondo
San Raimondo Nonnato XIIIsecolo
Situata alla periferia di Pula, sulla strada che porta a Nora. Questa fu eretta in ricordo del santo spagnolo del XIII secolo, “San Raimondo Nonnato”. Nonchè co-fondatore dell’ordine dei mercedari: ordine dedicato al riscatto dei mori. La Chiesa di San Raimondo e l’ex convento antiguo, costruito nel 1708, dedicato alla Madonna dela mercede
fecero parte delle considerevoli proprietà ecclesiastiche, esproriate dallo Stato sotto il regime Piemontese.
Si racconta infatti che, per poter operare al meglio nel riscatto degli schiavi, si offrisse lui stesso in schiavitù.
Il sopranome “Nonnato” è dovuto al fatto che venne alla luce, dopo il decesso della madre, grazie a un intervento chirurgico. Questo Santo è da sempre considerato il patrono delle levatrici.
La sua festa è celebrata il 31 agosto. Oggigiorno la Chiesa è aperta per la festa del Santo, per quella di Sant’Efisio e per poche settimane in estate per la messa della Domenica.
Infine sempre in onore al Santo come rito civile si fanno i festeggiamenti come tradizione con la favata.
Le pabassinasa dolce tradizionale, sono un dolce tipo del cagliaritano e della Sardegna. tradizionalmente quindi vengono preparati per la ricorrenza di Ognissanti, viene orgogliosamente tramandata di generazione. Il nome deriva dal vocabolo Papassa che in lingua sarda significa uva sultanina.
LA STORIA
ispabassinasa si preparavano sopratutto per tradizione alla festa di Ognissanti, per di più in occasione de is animeddas
storia de is animeddas
Si narra che durante la notte del 31 ottobre, in Sardegna, i bambini erano soliti andare per le strade del paese bussando nelle porte e chiedendo :<< itta si onoda a is animeddas>> ossia :<< cosa si dona alle anime>>. In questo modo si pensava che i bambini, mangiando i doni ricevuti, dessero da mangiare direttamente ai defunti. Is pabassinasa insieme ad altri dolci si donavano nella ricorrenza di ognissanti ma altrettanto si preparavano per natale essendo comunque dei dolci autunnali . in ogni paese la ricettade is pabassinasa varia con gli ingredienti, ma sempre con la costante presenza dell’uva passa e mandorle. La loro preparazione è legata alle ricorrenze autunnali in quanto è il periodo nel quale l’uva passa a raggiunge la maturazione.
Igredienti
Is pabassinas Nella parte meridionale dell’Isola sono aromatizzate con cannella e vaniglia mentre nella parte settentrionale prevalgono le scorze di arancio e di limone insieme ai semi di finocchio selvatico. sono a base di uva sultanina , farina, zucchero e uova, ma a seconda della zona può avere delle varianti, tra cui si posso aggiungere:
mandorle, noci trittate, scorza d’arancia e la sapa (mosto cotto) .
I Piricchittusu de santu obrai sono bocconi di pasta ricoperti da una glassa al limone. Le varianti all’interno della regione sono tante, quelli del Campidano ad esempio sono più piccoli e morbidi. chiamati pure piricchittusu de santu Obraiovvero di san Biagio . si caratterizza con la benedizione e l’accensione del falò, la tradizionale benedizione della gola attraverso l’imposizione sul collo di due candele incrociate e la distribuzione de Is Pirichittus (dolcetti tipici sardi) preparati in onore di San Biagio., in quanto il santo venerato appunto per la guarigione alla gola.
Mentre poi ci sono Is piricchittus de bentu, lievemente più grandi, sono vuoti all’interno e piuttosto friabili. L’etimologia del nome piricchittus di vento è in virtù della loro leggerezza.
“Questo è il segreto dell’ospitare. Far sentire i tuoi ospiti benvenuti e a casa propria. Se lo fai onestamente, il resto prende cura di se stesso.” cit BARBARA HALL
il B&b SA MARCHESA A PULA.. è una struttura situata a Pula in via crispi 4, è una struttura molto accogliente, vicina al centro, arredata con gusto curando i minimi dettagli. E’ situata a pochi passi dalla piazza del Municipio, dove si trovano i servizi di Info Point per le informazioni turistiche e di trasporto pubblico a pula dove QUI troverete gli orari e il percorso in tempo reale per raggiungere le spiagge. Inoltre è situato a 15 min dalla Chiesa e dal centro storico del paese
Le camere sono accoglienti e ben curate,dispongono di un bagno privato.
La struttura offre una sala colazioni ampia e ben arredata con un servizio all’italiana
Il b&b è dotato dei principali comfort:
aria condizionata
wi-fi gratuito
biancheria
In conclusione nelle immediate vicinanze sono disponibili le principali attività commerciali:
Spiagge di Nora-Pula e Santa Margherita In Sardegna
In Sardegna il clima è mediterraneo, con inverni miti, ed estati calde e soleggiate, un po’ afose. In pianura e sulle coste, la temperatura media di gennaio e febbraio è di circa 15 gradi, mentre quella di luglio e agosto è di circa 30/35 gradi. Le piogge non sono abbondanti, dato che oscillano in genere dai 400 ai 550 millimetri all’anno sulle coste. abbastanza scarse sulle Spiagge di Nora-Pula e Santa Margherita In Sardegna
In estate soffiano le brezze, che però sono le benvenute perché rendono più sopportabile il caldo; in altre occasioni può soffiare lo scirocco, portando delle ondate di caldo dall’Africa, che si fanno sentire soprattutto nelle pianure e nelle valli interne, con punte di 40 °C e più. A Pula si respira un clima di piena estate già nei mesi di marzo che per di più è già in fiore la primavera.
le Spiagge di Nora
La spiaggia di Nora si trova proprio al di sotto dell’antica città punico-romana. si presenta con una sabbia bianca e granulosa difatti sono presenti alcuni ruderi della città
il litorale si estende anche alla chiesa del Santo Martire Sant’Efisio
Le spiagge a Pula offrono una serie di servizi per il divertimento e tutti i confort per i turisti che visitano la località. tra cui Beach tennise le escursioni in canoa sulla lagunadocce
La spiaggia dei Fichi, compresa nel lungo arenile di Nora, si presenta con un fondo di sabbia fine e rari scogli. Prende il nome dalle numerose piante di fichi che crescono in prossimità della spiaggia. Le sue acque sono limpide e cristalline. L’arenile ha la forma curvata delle baie e la sabbia risulta granulosa e bianca. A est di Nora c’è la spiaggia de su Guventeddu, apprezzata da kite e wind surfisti anche nei mesi invernali.
mentre entrando nel territorio di Santa Margherita, protetta da una vasta pineta, si trova l’omonima spiaggia con il porticciolo di Cala Verde.
Nelle vicinanze c’è la spiaggia del Porticciolo, da qui a piedi lungo la costa si giunge nelle cale che uniscono alla terra ferma l’isolotto diSu Cardolinu. Parlando sempre delle spiagge di Santa Margherita possiamo trovare la spiaggia Flumendosa. vasta spiaggia e ancora più importante proprio di fronte a essa si trova un bellissimo campeggio Flumendosa. spostandosi per altri 7km si arriva ad un’altra bellissima spiaggia. la spiaggia di Pinus Village.
movida
La movida estiva pulese, con eventi e aperitivi nelle piazze, si affianca a escursioni e attività sportive. Per esempio, potrai fare jogging lungo i viali alberati che portano al parco archeologico di Nora, dove conoscerai le origini pulesi. Ancor di più ci si può divertire con la movida notturna, con la Festa dei giovani, sagra del pesce, e soprattutto con la processione in mare per l’ascensione in cielo dell’Assunta.
servizi
in oltre è attivo il servizio a pagamento per i parcheggi tranquillamente tramite Applicazione qui di seguito
Pagamento tramite APP
Sono state introdotte le due nuove modalità di pagamento con APP, disponibili per tutti gli smartphone (app Android e IOS, web app per tutti i sistemi operativi) o telefonino tramite SMS.
Le APP localizzano posizione della sosta e le tariffe. Una volta effettuato il pagamento non è necessario esporre nulla sul veicolo perché il controllo viene effettuato attraverso la targa del mezzo dal personale ausiliario. . Se necessario, si potrà prolungare o terminare la sosta in qualsiasi momento.
I diversamente abili, titolari di contrassegno speciale rilasciato ai sensi dell’art. 188 del Codice della Strada, i quali abbiano conseguito la patente B speciale, abilitante alla guida di autovetture adattate tecnicamente alla disabilità del titolare, i cui adattamenti sono riportati, per esteso, sulle patenti speciali rilasciate dalle Prefetture, in codice sulle nuove patenti speciali europee.
Mezzi di servizio delle Forze dell’Ordine, dei Vigili del Fuoco, della Protezione Civile, dei Servizi di soccorso, del Comune nell’espletamento di compiti istituzionali e delle sue Società Partecipate.
I veicoli al servizio del Comune, nell’espletamento di compiti istituzionali, saranno identificabili per gli organi di controllo attraverso apposito contrassegno rilasciato dal Comando di Polizia Municipale e comunicato all’Appaltatore.
Veicoli azionati esclusivamente con motore elettrico purché dotati di apposita autorizzazione rilasciata dal Comando di Polizia Municipale.
il Pescaturismo è un esperienza che offre l’opportunità di vivere da protagonista una entusiasmante giornata in mare inoltre in una vera imbarcazione di pesca, in compagnia di un equipaggio esperto e affidabile: i pescatori!
si parte al mattino e si rientra la sera per vivere un’avventura durante la quale:
ci si entusiasma nell’osservare la preparazione degli attrezzi da pesca, nel vedere calare le reti e nell’attesa che si riempiano
si sente crescere la trepidazione insieme ai pescatori nello scoprire il frutto del lavoro
si impara a conoscere le varie specie di pesci e le diverse tecniche di pesca
si impara a levare il pesce dalle reti o meglio dire (smagliare il pescato ) e a riporlo in appositi contenitori che ne preservano la freschezza
si scoprono piccole baie
si nuota
e si gusta pescato
C’è senz’altro qualcosa, nel pescare, che tende a produrre gentilezza di spirito e pura sincerità della mente.
(Washington Irving)
sieffettua le partenze dal porticciolo di perd’e sali molo 27 per trascorrere una giornata all’insegna della pesca, della tradizione, della buona tavola, sempre alla scoperta dello splendido mare sardo. S i parte e dopo aver salpato le reti si prosegue verso capo malfatano.
Il tragitto prevede un viaggio alla scoperta delle calette incontaminate di Chia, Capo Spartivento, sa Paliazza, Perdalonga, Tuerredda, sino ad arrivare a sa cala de sa lattarina.
il menù
il menù a bordo della pescaturismo cooperativa san macario prevvede uno spuntino a mezza mattinata con un assaggio di formaggi,bottarga,olive e vermentino di sardegna
il pranzo
il pranzo è a base del pescato del giorno, frutta,caffè, mirto fatto in casa e il dolce
La Sardegna ha alle spalle una cultura dolciaria prestigiosa, secolare, di cui riesce a farne tesoro riveste una fondamentale importanza il voler preservare, anche per i Dolci Sardi e una cultura culinaria prestigiosa, il patrimonio di tradizioni tramandato dalle generazioni passate.Il rispetto e la fedeltà verso le antiche ricette genera anche ai giorni nostri un’ampia gamma di dolci tipici, che spiccano con la loro prelibatezza sulle tavole sarde in qualsiasi ricorrenza, una ormai alle porte è il carnevale in cui si gustano le fritture tra cui :
A Carnevale le Zeppole a Pula sono un dolce di cui proprio non si può fare a meno! Insieme alla Vernaccia (anche se dovrei dire “al vernaccia essendo il vino di genere maschile) fritto al momento e mangiato caldissimo, è qualcosa di irrinunciabile e non sarebbe festa carnevalesca se non ci fosse! nel paese si vive tutto questo in quanto nelle strade con l’inizio della candelora si da il via alla fiera del dolce e nelle case c’è un via e vai di massaia che lavorano per far assaporare questo dolce.
è un dolce tipico della sardegna anche qui a Pula è ben conosciuto in quanto anch’esso è un dolce di carnevale. Ha la stessa consistenza della pasta delle chiacchiere ha un ripieno molto gustoso di mandorle amare e dolci, aroma di fior d’arancio, servite con zucchero o miele
Le origini delle sebadas non sono tipicamente pulesi ma bensì delle zone interne della Sardegna e comunque ben conosciuta pure a PULA è un dolce tipico della Barbagia, l’Ogliastra, la Gallura e il Logudoro, la seada sarda è un piatto che veniva preparato dalle donne per festeggiare le ricorrenze speciali, come il Natale o la Pasqua, ossia quando i loro mariti pastori rientravano dai lunghi periodi di transumanza. Ma sorpresa… non è un dolce! Infatti, le seadas erano salate e, soprattutto, erano un saporito e nutriente piatto unico (o comunque un secondo): Col passare del tempo, si è pensato di farlo diventare un dolce aggiungendogli una guarnizione di miele al corbezzolo oppure al castagno e riducendo la dimensione delle forme: così è nata la sebadas come la conosciamo noi e, purtroppo, oggi, sono rimaste pochissime le zone della Sardegna dove si conserva ancora la variante salata.
consiste in una tasca chiusa di pasta di semolaripiena di formaggio fresco, che viene poi fritta e avvolta nel miele . i dolci sardi e la cultura culinaria prestigiosa sarda racchiudono una forte tradizione.
Pula non è solo turismo caratterizzato dalle belle spiagge ma è prevalentemente un paese agricolo legato a sua volta a una forte tradizione culinaria in sardegna e i prodotti in pula le coltivazioni erano principalmente di cereali (grano) e frutta in particola modo i fichi di Pula che venivano trasportati a Cagliari per via mare ma purtroppo a causa di una tempesta la barca affondò in mare davanti alla laguna di norasucessivamente i trasporti continuarono con i carri trainati dai cavalli, ogni famiglia ne possedeva uno.
assegnazione dei campi
Negli anni 50′ prese vita nel comune di pulal’Etfas ( ente trasformazione agraria in sardegna). la filosofia che aveva indotto la riforma agraria era quella di utilizzare delle terre incolte e assegnarle a persone nullatenenti e di buona volontà per migliorare sia quelle terre sia sopratutto le condizioni degli assegnatari e delle loro famiglie.
così molte famiglie ebbero di cui sfamarsi riuscendo così ad ottenere le materie prime tra cui il frumento meglio ancora il Grano cappelli
potendo così avere pasta e pane fatto in casa che ancora oggi si tramanda la tradizione culinaria.
prodotti della tradizione
tra i prodotti ancora oggi ottenuti con la stessa lavorazione abbiamo sicuramente il pane fatto in casa e cotto nel forno a legna che purtroppo ancora in pochi fanno.
le massaie di un tempo per preparare il pane si alzavano molto presto in quanto era il pane della settimana essendo famiglie numerose e per di più essendo tutto fatto a mano richiedeva molto tempo. i principali ingredienti sono semola e farina, esistono diverse forme e varietà similmente presenti in tutta la sardegna seppur segnalando il paese di provenienza in cui veniva preparato come per esempio su Il pane carasau (conosciuto anche come pane carasau , pane carasadu, pane fine, pane ‘e fresa e pane fattu in fresa) è un tipico pane sardo diffuso in tutta la Sardegna, a forma di disco molto sottile e croccante, adatto a essere conservato a lungo. Il termine sardo deriva dal verbo carasare, che significa tostare. o altri con qualche variante di nome ma restando valida una sola regola :
si sfrutta prevalentemente quello che la zona produce
subito dopo la preparazione del pane si ripuliva il grano per la lavorazione sucessiva. Una volta macinato il grano si ricavavano varie specie di farina, due specie di fior di farina detto ( scetti) due specie di crusca detto (poddini) due specie di semola detta ( simbula) nella maggior parte del campidano quindi anche a pula troviamo sa Tunda, su maddizzosu, su civraxu, su coccoi, is anguliasa, su pani pintau. ognuno però di questi pani era legato in un qual modo a degli eventi come per esempio
sa tunda , su maddizzosu e su civraxiu erano, pare i pani più comuni di tutti i giorni per quando si andava ai campi a lavorare e perchè più sbrigativi nella preparazione.
poi si si preparava su coccoi o “pane a pizzicorrusu” che richiedeva una lavorazione un pò più lunga in quanto veniva appunto abbellito con le punte chiamate “pizziccorrusu”
poi arrivava la Pasqua dove ancora oggi facciamo i coccoetti con l’uovo chiamati ” s’anguliedda de Pasca” per i bambini
ed in conclusione su pani pintau dedicato agli sposi con ricche decorazioni
rappresentava il corso dell’anno, quindi il ciclo della vita, data in dono agli sposi segno di buon auspicio per una vita coniugale ricca di prosperità, abbondanza e fertilità. purtroppo quest’ultimo ora è poco praticato così elaborato ma ci si limita a creare un pane molto più semplice con le sole iniziali degli sposi.
la lavorazione
dopo aver svegliato il lievito madre (arremoddai su lievitu) l’operazione successiva era quella della lavorazione detta (cumossai) sucessivamente iniziava il lavoro più faticoso amalgamare la pasta ( ciuexi) nel tavolo a posta ( sa mesa de fai pani) e gli appositi utensili
Ogni cosa che puoi immaginare, la natura l’ha già creata. (Albert Einstein)
la laguna di noraaquarium, è un’oasi naturale immersa nella macchia mediterranea, infatti abitata da numerose specie protette, convivono moltissime specie di uccelli selvatici, componente naturale più appariscente e rilevante. Il simbolo di questo gioiello naturale sono i Fenicotteri rosa, sa genti arrubia come vengono chiamati dai cagliaritani. d’altra parte, non potrebbe essere diversamente, infatti Dipende dalla loro dieta, a base di carotenoidi. I fenicotteri, si nutrono infatti di alghe e crostacei che contengono questi pigmenti. La tinta del loro piumaggio di conseguenza è anche un indicatore del loro stato di salute: cioè più il colore tende al bianco, più il fenicottero è malnutrito. basta una passeggiata per vederli a centinaia, che volano o sostano nell’acqua bassa. Tra le altre specie presenti ci sono: in particolare il GABBIANO CORSO Divenuto specie protetta. Nidificando nella torre San Macario e miglior vedetta nella casa dell’atrio tetrastilo nelle rovine di nora
il cormorano, l’AIRONE GUARDABUOI che ha iniziato a nidificare nel vicino parco del molentargius nel 1985. tutto ciò, regala la possibilità di osservare da vicino la fauna che la popola. Turismo attivo, ittiturismo, educazione ambientale e percorsi naturalistici: queste le principali attività svolte nel parco lagunare. Dal 1993 è inoltre attivo il Centro recupero Cetacei e Tartarughe marine, il quale accoglie, cura e riabilita esemplari spiaggiati o in difficoltà, tra cui la tartaruga caretta caretta. Visiterai il “Percorso Biodiversità” attraverso l’Aquarium mediterraneo, la Galleria Cetacei, il Centro recupero Tartarughe marine.
la liberazione delle tartarughe
Laguna di Nora Aquarium
Situata nei pressi dell’area archeologica di Nora si estende l’area lagunare di Nora che comprende il ramificato sistema di canali ed isolotti del delta del Rio Arrieras e la laguna vera e propria separata dal mare da un lungo argine artificiale e dalla penisola naturale di Fradis Minoris. È un importante ecosistema, popolato da una moltitudine di esseri viventi vegetali e animali, che ospita la colonia più imponente in Italia del gabbiano corso. È possibile effettuare percorsi naturalistici, visitare il piccolo acquario e immergersi nelle antistanti acque marine in cui scoprire e ammirare alcuni resti dell’antica Nora.
Un momento speciale nella quiete del parco per osservare e godere del mare e della laguna.
La laguna in primavera si riempie di vita tra i colori e i profumi dei fiori e della macchia mediterranea
Al termine, se vorrai, potrai gustare l nostri menù dell’ittiturismo Fradis Minoris nella splendida terrazza sulla baia.